domenica 20 dicembre 2009

"Bianca neve" ovvero "I due nomi della neve"

la neve è un evento straordinario, e l'ho scoperto passeggiando nel parco di notte illuminato dal bianco manto. non ero sola, per fortuna, altrimenti avrei esitato fino a decidere di non andarci–nonostante l'entusiasmo di fronte alla macchina coperta da tre mani di neve.
pensavo che  la neve non permetterà mai a questa macchina di schiodarsi da lì, ed è già buona che con uno spazzolone gliene ho spolverata via parecchia dal tettuccio e dal resto. era irriconoscibile! quando sono uscita questo pomeriggio sono scoppiata a ridere:sembrava dover scomparire del tutto affondata e infossata in su e ingiù nella neve; sopra, la neve ne ricopriva ogni attributo (targa, linea del cofano, del portabagli, degli specchietti, sporco, forma dei vetri) e non si riconosceva più; sotto, la neve aveva combinato come degli argini addossati alle ruote, alle porte, alla marmitta. soltanto i due tergicristalli, quello davanti e quello dietro, sporgevano fuori come zampilli congelati, neri. l'antenna era infatti tutta coperta e me n'ero dimenticata mentre solcavo la coltre sopra la cappotta con andirivieni di spazzolone da tre euro del leclerc, che bisognava stare attente a non raschiare sulla vernice, già di per sé disprezzata dai parcheggiatori bolognesi.
ma invece oggi no, oggi era così candida, illibata, tenera, abbracciata da un grumone di fiocchi.
sembrava così innocente di fronte all'ambiente, non sembrava potesse essere un oggetto inquinante. sembrava non avere a che fare nulla col nero.
allo stesso modo abbiamo cercato nel parco un posto illibato, per camminare. ad un certo punto era come stare nel deserto, benché il mare di bianco fosse già stato in diversi punti affranto da piedi umani.
e il motivo per cui sembrava il deserto era perché non c'erano strade. solo alcune, accennate. è più difficile mantenere la rotta se non ci sono piste. bisogna scegliere ad ogni passo.
il silenzio e l'eco di una risata lontana che sembra un segnale tribale. e una sirena. il parco si sperde nella periferia che sconfina nel chissaddove.
una bottiglia di vino per scaldarci.