lunedì 11 aprile 2011

Il mondo è paese

In attesa dal dottore. Discussioni con le anziane signore castanesi sulla vita da sala d'aspetto intervallate dai chi è l'ultimo? di chi appare dietro alla porta tra il campanellìo dell'acchiappasogni appeso allo stipite. A condividere le fatiche dell'attesa ci sono un ragazzino e una ragazza più grande , cinesi. A chi tocca adesso? A me. No, ci sono prima i signori, protesto indicando la coppia. Non vi pleoccupate, devo fale solo licetta. Forse qualcosa dopo va storto e il tempo di questa ricetta si dilata, si dilata. Intanto entrano: un uomo pakistano, una suora e una signora nordafricana, entrambe velate. La coppia di cinesi è dentro ormai da quindici minuti. Un'anziana signora comincia ad interpretare il prolungarsi dell'attesa: si vede che non si riescono a spiegare. Poi conclude: ormai sono più loro di noi. Guarda qua che roba. E fa cenno agli astanti. Fra un po' dovranno trasferirci tutti da un'altra parte. La signora accanto le sorride cortesemente ma non commenta. E anch'io sono indecisa se protestare contro la visione del mondo di una cara vecchietta. Rimane tutto sospeso, sull'eco di quel guarda qua il silenzio della signora magrebina e del signore pakistano, misti all'imbarazzo mio per l'aver pensato: non importa, questa ignoranza sparirà insieme alla sua generazione. Adesso anche Castano Primo è un posto pieno di lingue e colori, e anche coloro che danno l'idea di esserne scontenti ne traggono vantaggio. Nessun Carnevale, Natale o festa del Crocifisso potrà più restare indifferente alla novità demografica, ma non solo, a quello sguardo estemporaneo e spaesato che di fronte a tanta consuetudinarietà scuote e rafforza il nostro senso di appartenenza a questo luogo e la nostra identità. Sarà per questo che improvvisamente scopriamo che abbiamo perso il vizio di andare in piazza, perché ci vediamo solo i pakistani. Adesso quando al centro commerciale incontri qualcuno che conosci, c'è da stupirsi, perché ti eri dimenticata di essere a Castano. Quando me ne andai da qui, non avrei mai pensato di ritrovarmi sette anni dopo allo sportello immigrazione a regolarizzare la mia posizione di neo cittadina castanese. Adesso c'è una piscina, mille rotatorie, un centro commerciale e molti dei miei compagni di scuola hanno dei figli. La parola kebab la conoscevano solo i giovani che il sabato sera andavano a Milano. Adesso il mio babbo si fa tagliare i capelli alla maniera orientale. Molti cittadini sono pronti a marciare nella brughiera per difenderla dalla terza pista di Malpensa e altri si organizzano per fare di Castano un luogo dove si scambia e si produce cultura. Ad esempio riaprendo la casa del Popolo.